Ti piace l’arte giapponese? Allora non puoi perdere l’opportunità di visitare una mostra ad essa dedicata proprio in Italia!
L’arte giapponese del periodo Edo, che si estende dal 1603 al 1868, è un periodo ricco di sviluppi artistici e culturali. Questi si verificarono durante il dominio dei Tokugawa, una dinastia shogunale che portò a una lunga era di pace e stabilità in Giappone. Questo periodo vide una fioritura delle arti e della cultura. Infatti le classi sociali inferiori, come i mercanti e gli artigiani, divennero sempre più influenti e prosperi.
![mostra arte giapponese](https://www.labiennale.it/wp-content/uploads/2024/02/arte-giapponese-21022024-labiennale.it_.jpg)
E si può dire che Ukiyo-e è uno dei movimenti artistici più iconici del periodo Edo. L’ukiyo-e letteralmente significa “immagini del mondo fluttuante”. Esso si focalizzava sulla rappresentazione della vita urbana, con i suoi piaceri effimeri e i momenti di bellezza fugace. Le stampe ukiyo-e, realizzate attraverso tecniche come la xilografia, divennero popolari tra il grande pubblico, grazie alla loro accessibilità e alla capacità di catturare scene di vita quotidiana: attori kabuki, cortigiane, paesaggi e molto altro. Ebbene, potrai ammirare questa meravigliosa arte proprio a Roma!
L’arte del periodo Edo a Roma
Nel Palazzo Braschi a Roma, si apre una finestra affascinante sul mondo dell’arte giapponese del periodo Edo attraverso la mostra “Il mondo fluttuante. Ukiyoe. Visioni dal Giappone“. Dal 20 febbraio al 23 giugno, i visitatori avranno l’opportunità di immergersi in un viaggio artistico che spazia dal XVII al XIX secolo. Ci sarà infatti una selezione di 150 capolavori provenienti da due importanti collezioni italiane.
![mostra giapponese Roma](https://www.labiennale.it/wp-content/uploads/2024/02/arte-giapponese-21022024-labiennale.it-1.jpg)
Il cuore pulsante di questa esposizione è l’innovativo movimento artistico menzionato in precedenza, Ukiyo-e. Questo genere artistico, emerso nel corso del Seicento, pone al centro della sua narrazione il ritratto del mondo in costante mutamento del Giappone dell’epoca. Raffigura l’esplosione delle città e la formazione di nuove classi sociali. Le opere esposte, firmate da maestri del calibro di Kitagawa Utamaro, Katsushika Hokusai, Keisai Eisen e molti altri, sono testimonianze vivide di un’epoca di grande fermento culturale e sociale.
Le forme artistiche dell’Ukiyo-e spaziano dalla stampa su carta ai dipinti su seta, dai paraventi ai rotoli da appendere, dai kimono agli oggetti d’uso quotidiano come i ventagli e le scatole da gioco. I soggetti affrontati sono altrettanto vari: si va dai ritratti degli attori del teatro kabuki alla raffigurazione della bellezza delle cortigiane e delle geishe, dagli spettacoli di danza e musica alle scene di vita quotidiana. Ciò che rende questa esposizione ancora più affascinante è la testimonianza della forte influenza esercitata dall’arte giapponese e dall’Ukiyoe sulla cultura occidentale di fine Ottocento e inizio Novecento.
Artisti come Van Gogh e Monet furono profondamente influenzati da queste opere, introducendo elementi dell’estetica giapponese nelle loro creazioni. Addirittura, l’impatto dell’ukiyoe si riflette ancora oggi nei manga contemporanei. La mostra a Palazzo Braschi è anche un tributo a due figure chiave che hanno contribuito alla diffusione dell’arte giapponese in Italia. Lo scultore Vincenzo Ragusa e l’incisore Edoardo Chiossone, invitati dal governo giapponese Meiji alla fine dell’Ottocento, hanno svolto un ruolo fondamentale nella promozione e nella conservazione di queste opere.
Come specialisti nei primi istituti di grafica e arte in Giappone, hanno trasferito conoscenze e tecniche occidentali. Hanno contribuito così a un vivace scambio culturale tra Oriente e Occidente. Le opere d’arte giapponese conservate oggi nel Museo d’Arte Orientale Edoardo Chiossone di Genova e nel Museo delle Civiltà di Roma testimoniano l’importanza di questi due pionieri italiani e il loro impegno nel preservare il patrimonio artistico del Giappone per le generazioni future.