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L’Ultima Cena nasconde un particolare silenzioso che fa molto rumore. Nessuno se ne era accorto prima

Sapevate che l’Ultima Cena nasconde un dettaglio davvero molto interessante? Ecco quello di cui nessuno parla mai

Tutti conoscono o avranno anche solo sentito parlare dell’iconico capolavoro di Leonardo Da Vinci, intitolato l’Ultima Cena. Oltre ad essere una vera e propria pietra miliare della storia dell’arte, questa tela è stata anche estremamente studiata, analizzata e resa protagonista di scritture e film famosissimi (per citarne uno, il Codice Da Vinci di Dan Brown).

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L’Ultima Cena nasconde un particolare davvero interessante (labiennale.it)

Quest’opera di fama a dir poco internazionale rappresenta un momento saliente della storia del Cristianesimo, ovvero l’ultima cena tra Gesù e i suoi discepoli. Non a caso, questi ultimi sono tutti seduti attorno a lui che, a sua volta, è intento a condividere il pane ed il vino, che rinomatamente simboleggiano proprio il corpo e il sangue di Cristo.

La tela, inoltre, rappresenta proprio l’esatta circostanza in cui Gesù preannuncia ai discepoli la sua imminente morte e, a seguire, la sua resurrezione. In particolare, l’uomo annuncia che qualcuno di loro lo avrebbe presto tradito, motivo per cui è evidente un vero e proprio stato di agitazione complessiva. Il dipinto è stato realizzato dal 1494 al 1498 e dimostra una chiara attenzione ai dettagli da parte del suo esecutore: d’altronde, tutt’oggi si continuano a scoprire curiosi particolari in merito.

Ultima Cena, ecco cosa nasconde davvero

Non è mai troppo tardi per imparare qualcosa di nuovo, anche se parliamo di un’opera datata anni e anni fa. Ce lo spiega ed insegna Giovanni Maria Pala, informatico e musicista sardo, che nel suo libro La musica celata racconta un particolare inedito legato proprio ad un dettaglio dell’opera più iconica di Leonardo Da Vinci.

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L’Ultima Cena nasconde un particolare davvero interessante. Foto da Canva (labiennale.it)

Stando a quanto riportato dal musicista, l’Ultima Cena celerebbe una vera e propria partitura musicale, ovvero un adagio in tre quarti. Questo si può evincere sovrapponendo le cinque linee del pentagramma al dipinto: secondo Pala, la posizione delle mani in sequenza riesce a descrivere lo spartito in questione, da visionare però al rovescio.

Questa teoria, inoltre, sarebbe anche stata accreditata da Alessandro Vezzosi, direttore del museo dedicato a Da Vinci in Toscana. A suo avviso, infatti, quanto affermato da Pala sarebbe assolutamente “plausibile”. Essendo stato Da Vinci un uomo di grande cultura, non stupirebbe se avesse effettivamente inserito qualche riferimento musicale ad un’opera così articolata e densa di significato

E voi cosa ne pesnate?

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