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Opere che hanno subito atti di vandalismo veri: ecco che fine hanno fatto

La storia è costellata purtroppo anche di numerosi atti di vandalismo che hanno danneggiato o distrutto irrimediabilmente opere d’arte di inestimabile valore. Quali sono e come si è cercato di riparare?

Negli ultimi anni si è assistito ad un aumento preoccupante ti atti vandalici nei confronti delle opere d’arte. Le motivazioni sono spesso diverse e complesse anche se per la maggior parte sembra essere un gesto di protesta. non mancano atti di vandalismo gratuiti e immotivati che però creano danni incredibili e sono dei veri e proprio crimi contro l’arte e la cultura. Ecco quindi alcune storie eclatanti che forse non ricordavi neanche più.

che fine fanno le opere vandalizzate
I casi più drammatici del vandalismo sulle opere d’arte-La biennale.it

Qual è il destino di un’opera d’arte rovinata da un atto di vandalismo? Questo dipende da diversi fattori come la gravità del danno in primis, ma anche il tipo di materiale di cui è realizzata l’opera e le risorse disponibili per il restauro. Alcune volte infatti non è stato possibile recuperare il danno perdendo un patrimonio inestimabile. Ma anche con il recupero perdiamo una parte significativa dell’opera. Vanno quindi citati questi casi eclatanti.

Atti vandalici su opere d’arte: un triste elenco

I casi che sono rimasti nella storia come i più segnanti nella storia dell’arte sono purtroppo molti. Alcuni hanno però creato dei danni quasi irreparabili e vale la pena ricordarli:

La Biennale.it

La Pietà di Michelangelo

Il 21 maggio 1972 un geologo ungherese, László Tóth, scalvava la balaustra che proteggeva la statua nella Basilica di San Pietro in Vaticano e incomincia a colpirla ripetutamente con un martello. Il folle gesto causa numerosi danni compreso la rottura del naso della Madonna, del braccio sinistro e nel panneggio. Un atto vandalico che suscita forte sdegno e la statua fu sottoposta ad un delicato restauro durato più di un anno.

La Danae di Rembrandt

Il 14 giugno 1985 un cittadino sovietico di origine lituana di nome Bronius Maigys danneggia gravemente la Danae di Rembrandt custodito all’Ermitage di San Pietroburgo. Il vandalo getta acido solforico sulla tela e la colpisce con un coltello. questo folle gesto causa una bruciatura di una parte della superfice dipinta e il taglio della tela. Considerato uno dei capolavori del pittore olandese, l’opera ha valore insestimabile e purtroppo non tutti i danni sono stati recuperati. Il restauro fu complesso e durò circa 12 anni ma comunque ha dato modo di riportare l’opera di nuovo visibile.

Il David di Michelangelo

Il 15 maggio 1991 un uomo identificato come Pietro Cannata danneggia una delle opere più significative del rinascimento Italiano custodita nella Galleria dell’Accademia di Firenze. Armato di un martello colpisce il piede del David provocandone la rottura del dito. Un gesto che smuove lo sdegno di numerosi personaggi politici e della cultura. Sottoposto ad un delicato restauro il dito è stato poi riattaccato e ogig è inserito all’interno di una teca protettiva.

Al Suprematisme di Malevich

Nel 1997 Alexander Brener stracci con lo spray verse il simbolo del dollaro sopra la tela della celebre opera astratta di Malevich. Siamo di fronte ad una delle opere d’arte più importanti del XX che ha rivoluzionato il concetto di arte contemporanea. Brener dichiarerà poi di avar compiuto il suo gesto contro la commercializzazione dell’arte. Il suo atto di protesta però a danneggiato irrimediabilmente l’opera che ha subito però un restauro.

Sprematisme di Malevich prima e dopo l’atto vandlaico- La Binenale.it

Possiamo capire come il vandalismo alle opere d’arte sia un problema serio che richiede attenzione e impegno per la tutela del patrimonio artistico che va tramandato anche alle generazioni future.

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