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La vita dissennata di Henri de Toulouse Lautrec: il profondo disagio dietro la sua particolare malattia

Arte e malattia vanno spesso nella stessa direzione: è questo il caso della vita tormentata di Henri de Toulouse Lautrec.

Quando pensiamo alle luci, al movimento e alla vitalità della vita notturna di Parigi, molto probabilmente pensiamo automaticamente ad un’artista in particolare: Henri de Toulouse Lautrec. Attraverso un’arte vibrante e spesso provocatoria, è riuscito a catturare tutta l’essenza della vita notturna parigina di fine XIX secolo. Una pittura fatta di spessi contorni neri e colori acidi come il giallo e il verde.

Opere di Henri de Toulouse Lautrec
Henri de Toulouse-Lautrec: Troupe de Mlle Eglantine, 1896 e Le Divan japonais, 1893 (labiennale.it)

Il contesto in cui visse era un momento in cui gli artisti e, più in generale, gli amanti della vita si riunivano in ambienti bohemien per celebrare libertà ed amore. Nato il 24 novembre del 1864 da una famiglia aristocratica, ereditò non solo titoli di nobiltà di una dinastia risalente addirittura a Carlo Magno ma, purtroppo, anche tutta una serie di problemi di salute che hanno segnato la sua vita ma anche la sua arte.

Una malattia fisica poco conosciuta: di cosa soffriva Toulouse-Lautrec

Fin da piccolo, i problemi di salute furono molto evidenti. C’era qualcosa che non andava, le sue gambe erano stranamente corte e fragili, infatti non riuscì mai a superare il metro e mezzo di altezza. La famiglia lo mandò a curarsi alle Terme di Amélie-les-Bains. Pensavano che quelle particolari acque potessero fare bene alle sue ossa. Poco dopo però, iniziò a soffrire di alcune fratture, prima al femore sinistro e poi a quello destro.

La malattia sconosciuta
Henri de Toulouse-Lautrec, foto di Paul Sescau, 1894, Musée Toulouse-Lautrec, Albi (labiennale.it)

Questa sua particolare condizione lo rese oggetto di derisione da parte degli altri. La malattia fisica sfociò, quindi, anche in una situazione mentale non felice in cui era presente un forte isolamento sin da giovane.

Trovò conforto nella pittura e nel disegno tanto da trascorrere ore nella sua stanza a dipingere, trasformando quella che era la sua solitudine in opere d’arte che celebravano la vita di Parigi. L’impatto della sua malattia sulla sua psiche condizionava anche la scelta dei soggetti che ritraeva e spesso erano persone emarginate e trascurate dalla società un po’ come lui, tra queste c’erano ballerine di cabaret, prostitute e mendicanti. Ma di cosa soffriva precisamente?

Toulouse-Lautrec soffriva di picnodisostosi. Si tratta di una anomalia che colpisce lo scheletro ed è causata da un particolare gene che muta. Una persona affetta da questa malattia presenta nanismo, cranio più grande del normale, dita dei piedi o delle mani non completamente sviluppate e osteopetrosi, vale a dire ossa con maggior densità rispetto al normale.

Si tratta di una malattia ereditaria, infatti, anche i cugini di primo gradi ne erano affetti. La malattia prende anche il nome di sindrome di Toulouse-Lautrec proprio perché il pittore ne fu uno dei più celebri portatori. Si ipotizza che anche Esopo, scrittore greco noto per le sue favole, ne fosse affetto.

Nonostante la malattia, le sue sfide personali ed i suoi demoni interiori, riuscì a creare uno stile di colori audaci, linee fluide e tagli prospettici su una condizione umana emarginata, che rimane tutt’oggi una testimonianza del suo genio e della capacità di trasformare la sofferenza in bellezza.

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