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Agenti di sicurezza per sorvegliare un muro: a rischio un’opera importantissima

Esiste un muro dal valore inestimabile: sono stati addirittura piazzati degli agenti di sicurezza per sorvegliarlo!

Molte opere d’arte di fama internazionale hanno alla stregua un servizio di sorveglianza serratissimo, con lo scopo di difenderle da eventuali tentativi di furto o preservarle da atti vandalici, purtroppo sempre più frequenti negli ultimi anni. Di fatto, però, mai sarebbe stato possibile immaginare di sorvegliare un’opera non custodita in un museo, bensì direttamente in strada.

agenti di sicurezza per muro
Per questo muro sono stati stanziati degli agenti di sicurezza (labiennale.it)

Sebbene ci siano opinioni estremamente contrastanti in merito all’arte di strada, negli anni sono stati realizzati dei murales destinati ad occupare un posto d’eccezione nell’immaginario collettivo. Tra questi, troviamo indubbiamente quelli realizzati da Bansky, un artista di cui l’identità è tutt’ora ignota: l’unica cosa certa è che 3 suoi disegni di street art, realizzati in giro per l’Italia, hanno riscontrato un successo clamoroso.

Le prime due sono state realizzate a Napoli, mentre la terza (nonché la più illustre) è stata creata dall’artista nel cuore di Venezia, più precisamente sul muro di un’abitazione nel quartiere di Dorsoduro, proprio a pelo dell’acqua di un canale. Ebbenem parliamo proprio del Bambino Migrante di Bansky: il muro è stato messo sotto sorveglianza per tutta una serie di motivazioni (non propriamente condivise da tutti): vi raccontiamo di più.

Muro di Bansky, ecco perché è stato messo sotto sorveglianza

L’opera, realizzata da Bansky nella notte fra l’8 e il 9 maggio 2019, è stata dipinta senza il consenso degli inquilini dell’edificio, ma nonostante questo hanno richiesto subito un intervento volto a difenderla dal deterioramento nel tempo. Da qui, una serie di passaggi che hanno portato il murales ad una costante sorveglianza.

il muro di bansky viene sorvegliato
Il Muro di Bansky è sotto sorveglianza. Foto da Ansa (labiennale.it)

La Soprintendenza, a cui è stata posta in analisi questa dinamica, ha chiarito di non poter fare nulla in merito in quanto l’opera è da considerarsi ancora contemporanea. L’ente, infatti, può intervenire alla conservazione e alla tutela solo dopo 70 anni dalla sua realizzazione. Per questo motivo, intervenne il sottosegretario alla Cultura Vittorio Sgarbi, che accettò che Banca Ifis si occupasse totalmente del restauro.

In attesa che la Soprintendenza e la Banca si incontrino per stabilirne le modalità, quest’ultimaha istituito un vero e proprio servizio di sorveglianza. Almeno un addetto, dunque, sarà sempre sul posto secondo turni prestabiliti e il tutto dovrebbe durare alcuni giorni, dunque il tempo materiale che gli enti si accordino ufficialmente su in che modo procedere.

Numerosi architetti ed esperti del settore, però, hanno mostrato titubanza in merito all’iniziativa in quanto, con tutta probabilità, lo stesso Banksy ha scelto scientemente un luogo così incline al deterioramento per la sua opera. Non a caso, parliamo di un murales dal grande valore sociale e tale location potrebbe benissimo essere stata funzionale a lanciare questo importante messaggio.

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