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Le opere d’arte più famose non piacciono: ecco il reale motivo

Ti sei mai chiesto se vale la pena vedere dal vivo il tuo quadro preferito? A quanto pare alcune opere sono deludenti.

Protagonista di film, canzoni, fumetti e romanzi, la Gioconda di Leonardo da Vinci è senza dubbio l’opera più famosa del mondo. Sono circa 30.000 i turisti che la visitano ogni giorno. Il fascino dell’opera dipende da molti fattori. La mano di Leonardo è di per sé un motivo di interesse, ma non solo. L’opera stessa in quanto tale presenta degli enigmi e degli interrogativi che studiosi e appassionati si portano dietro da tanto tempo.

Le opere che non piacciono
Un’esperienza museale gratificante non dipende solo dall’opera (labiennale.it)

Inoltre, il famoso furto ad opera dell’italiano Vincenzo Peruggia all’inizio del ‘900 ne ha alzato di molto la popolarità. Nonostante questo, però, una recente indagine del sito CouponBirds, ha dimostrato come proprio la Monnalisa di Leonardo da Vinci sia l’opera più deludente del 2024.

La lamentela che è sorta più spesso è stata quella della folla. Troppe persone si riuniscono davanti all’opera, accalcandosi. In questo modo, l’esperienza museale non è gratificante e non permettere di godere appieno delle bellezze dell’opera stessa. Un senso di delusione pare arrivare anche dalle dimensioni dell’opera, che essendo di appena 77 cm per 53 cm, appare troppo piccola.

Non solo la Monnalisa: le altre opere in questa pessima classifica

La Gioconda è solo la punta dell’iceberg di un sentimento che accomuna molte opere. Le stesse lamentele di delusione sono arrivate per la tela di Eugène Delacroix, La libertà che guida il popolo, che si trova addirittura al secondo posto in classifica. In questo caso, di certo, non è una questione di dimensioni in quanto l’opera è grande ben 260 cm per 325 cm.

Anch’essa presente al Louvre, nella stessa sala della Gioconda, rappresenta la ribellione delle classi oppresse dalla nobiltà, è il simbolo indiscusso della Rivoluzione Francese. La donna che viene raffigurata al centro rappresenta la libertà, è seminuda e innalza il tricolore francese con una mano, mentre nell’altra abbraccia un fucile.

Opere in classifica
Eugène Delacroix, La Libertà che guida il popolo, Museo del Louvre, Parigi e Sandro Botticelli, Nascita di Venere, Galleria degli Uffizi, Firenze (labiennale.it)

Se in questo caso il problema non sono state le dimensioni, di certo è stato l’affollamento, un po’ quasi per riflesso, dalle stesse persone che si accalcano per visitare la Gioconda. Il “problema folla” si è, quindi, riscontrato anche per la fruizione dell’opera di Delacroix.

Che direte musei italiani? Purtroppo, non sono assenti in questa classifica, anzi. Addirittura La nascita di Venere di Sandro Botticelli conservata nella Galleria degli Uffizi a Firenze, viene considerata opera deludente. L’opera rappresenta il mito di Ovidio in cui Venere nasce da una conchiglia sullo sfondo delle onde del mare, circondata da Zefiro, dalla ninfa Clori e Aura. Anche qui la critica che viene mossa principalmente è quella di un museo troppo pieno e affollato.

In questo caso specifico, alcune lamentele sono riconducibili alla figura stessa di Venere che, essendo per tutti simbolo di bellezza, può dare non poche delusioni. Se si guarda bene l’opera da vicino, si vede come in realtà Venere abbia diverse imperfezioni sia nel corpo sia nel viso. Il collo è eccessivamente lungo, ad esempio. Famoso è lo strabismo di Venere, un termine che viene proprio dal modo in cui gli occhi della dea sono disegnati, ossia in maniera imperfetta.

Botticelli voleva ricercare una bellezza che fosse armoniosa ma che fosse anche inesatta, questo potrebbe creare non poche delusioni a chi conserva un’idea contemporanea di bellezza.

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